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domenica 26 febbraio 2012

Recensione Hatsune Miku VN02 mix 1/8 (Max Factory)

Salve a tutti, ultimi strascichi di esami e così via... ergo, ancora molto poco tempo, ma con una sottile speranza di ritornare a respirare già a fine settimana XD
Per una volta quindi, l'argomento del post non sarà una serie anime, una review o uno speciale... ma una recensione su una delle action figure della mia collezione. è la prima volta che mi cimento in una cosa del genere, ergo non sarà certo un capolavoro, però spero vi piaccia.


Ps: finiti gli esami si ripartirà a piena potenza, sia con due speciali che ho in mente da tempo che con una nuova rubrica (che spero vi potrà piacere ^^)!


Ma ora andiamo alla recensione...



Nata dalla stretta collaborazione della ditta manifattrice giapponese Max Factory con l’illustratore Nagimiso, responsabile per l’appunto dell’ artwork originario, la “Hatsune Miku 1/8 VN02 mix” vede la luce nel giugno del 2010, ottenendo subito un gran successo tra il pubblico.
La figure altro non è che una rivisitazione in stile cyber della ormai celebre e pluri-rappresentata idol virtuale Hatsune Miku, realizzata dall’illustratore giù citato in precedenza in occasione del VN02 mix del brano “Moon”.
Il classico colore verde acquamarina che caratterizza Miku è dunque per una volta sostituito da una tonalità più brillante e vivace (tendente al fosforescente, oserei dire) che perfettamente si adatta anche al radicale passaggio dal classico vestito a due pezzi (costituito da gonna e maglietta) ad un corpetto bianco e nero. Un nuovo design dunque, capace di attirare l’occhio, oltre che dei fan più affezionati della virtual idol, anche chi come me prima di questa figure non aveva mai pensato di comprare un qualcosa di collegato ad Hatsune Miku, ma che a ben guardare non perde occasione di strizzare l’occhio verso gli elementi caratterizzanti del personaggio originale, come ad esempio la cravatta (la cui sagoma è qui richiamata da un elemento rigido che corre dal collo sino all’addome) e le due maniche ad imbuto (qui non più completamente nere come al solito, ma con un interessante effetto sfumatura che andremo ad analizzare più avanti).



La prima cosa che si nota osservando frontalmente la figure è senz’altro lo sguardo della ragazza, molto più serio e compassato, tanto da suggerire nei suoi lineamenti di avere a che fare non solo con una semplice rivisitazione, ma addirittura con una reinterpretazione in stile “maturo” della idol (anche se va detto che forse tutto ciò è principalmente dovuto al semplice stile di rappresentazione utilizzato in questa occasione, molto più “realistico” rispetto al solito).



Per comprendere appieno la qualità della raffigurazione in analisi ci vuole veramente poco (andando oltre il nome della ditta, che già di per sé dovrebbe essere una garanzia), roba di pochi sguardi: tutto, dalle pieghe degli abiti sino al più piccolo particolare dei fermagli e dell’auricolare indossate da Hatsune Miku è curato in modo maniacale, dalla verniciatura al design.
Due particolari di sicuro impatto sono i capelli e le maniche, i cui colori vanno lentamente a sfumare verso la trasparenza, conferendo alla figure quella giusta dose di dinamicità necessaria per raffigurare al meglio la composizione.


Uno dei punti cardine nella valutazione è senz’altro la posa dinamica con la quale Hatsune Miku è immortalata nel pvc dall’autore, quasi come ci trovassimo di fronte alla comparsa di una sorta di Venere virtuale che, emergendo dalla capsula-basamento, fende l’aria circostante presentandosi agli occhi dell’osservatore. Proprio in tale ottica risulta a mio avviso decisamente vincente la scelta di sfumare in vari punti il colore (come nella parte terminale dei capelli e delle maniche), integrando la fisicità del modello alla trasparenza di un qualcosa che si sta lentamente materializzando.


Una figure dall’impostazione molto dinamica è senz’altro uno spettacolo per gli occhi, ma di contro può presentare gravi magagne a livello strutturale… come appunto accade in questo caso.
L’assemblaggio a dire il vero, fortunatamente (per chi come me non ha proprio una delicatezza innata) non è così difficile come si potrebbe pensare, visto che la figure si compone nel suo insieme di soli quattro pezzi (il pg, il basamento e le due “ali” metalliche da incastrare nella schiena), tuttavia ciò che lascia interdetti è la stabilità complessiva della composizione, la quale, sbilanciata in avanti com’è, si ritrova a gravare su ben pochi perni di appoggio (nonostante la sua sostanziale leggerezza).
A complicare il tutto vi è evidentemente un piccolo difetto di fabbricazione (o almeno così deduco, visto che molti in rete hanno lamentato questo problemino) che vede la base (a proposito, davvero molto bella da vedere, sebbene il colore più chiaro non mi convinca così tanto) traballare a causa di una non perfetta linearità della superficie d’appoggio. Roba da poco conto, va detto, ma se non la esporrete all’interno di una verina, ben al riparo da urti/movimenti, vi assicuro che non poche volte proverete un brivido nell’osservarla oscillare alla minima sollecitazione.

Giudizio Finale: 9 - un eccellente pezzo da collezione, consigliato a fan di Hatsune Miku e non, caratterizzato da una qualità praticamente assoluta se non per il piccolo difetto di stabilità dovuto alla base.

Prezzo:  12800 Yen (120 euro circa)
Dimensioni: 270 mm circa
Materiale:  PVC

Dettagli:  9 e mezzo
Colori:  10
Posa:  9
Rapporto qualità/prezzo:  8 e mezzo (una figure del genere non può traballare)
Base:  7

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