Parigi, seconda metà del XIX secolo, un vecchio
viaggiatore di nome Oscar fa il suo ritorno nella bottega gestita dal giovane
nipote (Claude) portando con sé una ragazzina giapponese di nome Yune. Tra il
ragazzo e la piccola straniera, superate le difficoltà iniziali legate
all’ovvia sensazione di smarrimento di Yune rispetto ad un mondo totalmente
nuovo e diverso, si inizierà a creare sin da subito un profondo rapporto di
affetto, trasformando il trio di personaggi principali in una vera e propria
famiglia allargata.
Riuscirà la giovane giapponesina ad abituarsi alla
frenetica vita di Parigi?
Alice, la giappominchia d'altri tempi della serie XDDD |
Sin dalla prima visione dell’opera, devo ammettere di
essere rimasto piacevolmente colpito della capacità dimostrata dai creatori di
“La croisée dans un labyrinthe étranger” di riuscire a miscelare in modo tanto
efficace in una serie di dodici episodi (tratta dall’omonimo manga) l’elemento
“slices of life” con quello più serioso
di “commedia di formazione”, dando così vita ad una storia al tempo
stesso leggera ed originale.
La sensazione è infatti che gli autori siano riusciti a
proporre un modello di interazione tra i personaggi che nel suo insieme vada
oltre il semplice quanto banale incastro sul modello “incontro/scontro tra
culture” puntando la narrazione sul concetto più soft di reciproca comprensione
tra le parti. Dopotutto per certi versi, un emblema estremamente limpido di
tale scelta può essere riscontrato facilmente nella volontà stessa di ambientare
la serie in una grande capitale europea come Parigi, città moderna ma
dall’aspetto e fascino quasi perennemente “congelato”, appena affacciatasi sul
cammino che di lì a poco, con lo sviluppo delle tecnologie, porterà ad una
sempre maggiore globalizzazione (e non è un caso che gli emblemi di questo
progresso come l’elettricità ed i treni si affaccino nel corso della stessa
narrazione)… insomma, lo scenario perfetto per rendere al meglio la tematica.
Ma Ikoku (abbreviazione del titolo giapponese completo)
non è solo un mero confronto tra culture diverse: al suo interno infatti hanno
modo di essere trattati anche i problemi tra classi differenti ed i loro legami
di convivenza nella realtà urbana, ottenendo una declinazione degli stessi sia
nella verso il basso (è il caso del bambino che per vivere è costretto a rubare,
con cui suo malgrado Yune riesce a fare amicizia) che verso l’alto (il rapporto
di amicizia che legherà Yune con lady Alice, giovane nobildonna proprietaria
della Gallerie nella quale si trova il negozio di Claude). È proprio in
quest’ultima variante che forse la storia mostra la sua parte migliore, dando
luogo ad un dettagliato flashback sul passato del protagonista che di sicuro
non mancherà di suscitare un certo senso di amarezza per l’evolversi delle
vicende.
Lato tecnico del tutto ineccepibile; il character design
dei personaggi pur non puntando al realismo risulta essere decisamente ben
fatto, così come gli sfondi, dettagliati nei minimi particolari. Musiche
leggere ed adatte alla narrazione, a partire da opening ed ending.
Voto: 7 e mezzo/ 8 – Una piacevolissima sorpresa, capace di tenere
lo spettatore ben incollato allo schermo e suscitare forte simpatia per i vari
personaggi (difficile a mio parere non apprezzare almeno una tra Yune e Alice).
E dire che noi occidentali forse ci perdiamo anche parte del fascino della
storia, vivendo la progressiva scoperta del mondo da parte di Yune, non da
stranieri come fa la protagonista, ma da abitué…
Pro:
+ L’idea di una commedia che esplori le differenze
culturali è veramente carina
+ Cast molto simpatico e divertente
Contro:
- Ci si aspettava qualche sviluppo importante per
consolidare la storia ed invece nulla
- Il finale è forse anche troppo aperto
Se ti è piaciuto allora potrebbe interessarti: Spice and Wolf,
Haibane Renmei, Gosick, Heidi
Fansub consigliato: Di quest’anime sono presenti due versioni degne di nota, ovvero quella
degli Unlimited Fantasy Work e della coppia UC + Cervello corporation.
Personalmente ho seguito il tutto dai primi, trovandomi anche parecchio bene,
ma non ci dovrebbero essere problemi anche per la seconda serie. In ogni caso i
dialoghi non sono difficilissimi, quindi credo che al limite gli svarioni possibili
siano pochi.
Pienamente d'accordo con quanto hai scritto, anche sulla votazione. Ikoku è davvero godibilissimo e va al di là dei soliti clichés. Da apprezzare i numerosi spunti di riflessioni che si offrono dei contrasti.. peccato appunto la lentezza...
RispondiEliminaUhm la trama sembra interessante....se ho il tempo ci faccio un pensierino ^^
RispondiEliminaIkoku è a mio parere davvero uno degli esempi più eclatanti di come difficilmente vedremo ancora una stagione come quella 2011, nel quale anche i prodotti "minori" come questo (se così si possono chiamare) sono stati spesso parecchio più che semplicemente soddisfacenti.
EliminaPer il resto sono quasi certo che a te, che hai apprezzato Spice and Wolf, apprezzerai il tutto (sebbene i toni siano meno seriosi)
Vedo solo adesso questo post (dannato feed di Blogspot), in ogni caso ce l'ho in lista, appena ho un attimo sarà mio ^^
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