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venerdì 30 marzo 2012

La croisée dans un labyrinthe étranger


Parigi, seconda metà del XIX secolo, un vecchio viaggiatore di nome Oscar fa il suo ritorno nella bottega gestita dal giovane nipote (Claude) portando con sé una ragazzina giapponese di nome Yune. Tra il ragazzo e la piccola straniera, superate le difficoltà iniziali legate all’ovvia sensazione di smarrimento di Yune rispetto ad un mondo totalmente nuovo e diverso, si inizierà a creare sin da subito un profondo rapporto di affetto, trasformando il trio di personaggi principali in una vera e propria famiglia allargata.
Riuscirà la giovane giapponesina ad abituarsi alla frenetica vita di Parigi?

Alice, la giappominchia d'altri tempi della serie XDDD


Sin dalla prima visione dell’opera, devo ammettere di essere rimasto piacevolmente colpito della capacità dimostrata dai creatori di “La croisée dans un labyrinthe étranger” di riuscire a miscelare in modo tanto efficace in una serie di dodici episodi (tratta dall’omonimo manga) l’elemento “slices of life” con quello più serioso  di “commedia di formazione”, dando così vita ad una storia al tempo stesso leggera ed originale.
La sensazione è infatti che gli autori siano riusciti a proporre un modello di interazione tra i personaggi che nel suo insieme vada oltre il semplice quanto banale incastro sul modello “incontro/scontro tra culture” puntando la narrazione sul concetto più soft di reciproca comprensione tra le parti. Dopotutto per certi versi, un emblema estremamente limpido di tale scelta può essere riscontrato facilmente nella volontà stessa di ambientare la serie in una grande capitale europea come Parigi, città moderna ma dall’aspetto e fascino quasi perennemente “congelato”, appena affacciatasi sul cammino che di lì a poco, con lo sviluppo delle tecnologie, porterà ad una sempre maggiore globalizzazione (e non è un caso che gli emblemi di questo progresso come l’elettricità ed i treni si affaccino nel corso della stessa narrazione)… insomma, lo scenario perfetto per rendere al meglio la tematica.
Ma Ikoku (abbreviazione del titolo giapponese completo) non è solo un mero confronto tra culture diverse: al suo interno infatti hanno modo di essere trattati anche i problemi tra classi differenti ed i loro legami di convivenza nella realtà urbana, ottenendo una declinazione degli stessi sia nella verso il basso (è il caso del bambino che per vivere è costretto a rubare, con cui suo malgrado Yune riesce a fare amicizia) che verso l’alto (il rapporto di amicizia che legherà Yune con lady Alice, giovane nobildonna proprietaria della Gallerie nella quale si trova il negozio di Claude). È proprio in quest’ultima variante che forse la storia mostra la sua parte migliore, dando luogo ad un dettagliato flashback sul passato del protagonista che di sicuro non mancherà di suscitare un certo senso di amarezza per l’evolversi delle vicende. 

Lato tecnico del tutto ineccepibile; il character design dei personaggi pur non puntando al realismo risulta essere decisamente ben fatto, così come gli sfondi, dettagliati nei minimi particolari. Musiche leggere ed adatte alla narrazione, a partire da opening ed ending.

Voto: 7 e mezzo/ 8  – Una piacevolissima sorpresa, capace di tenere lo spettatore ben incollato allo schermo e suscitare forte simpatia per i vari personaggi (difficile a mio parere non apprezzare almeno una tra Yune e Alice). E dire che noi occidentali forse ci perdiamo anche parte del fascino della storia, vivendo la progressiva scoperta del mondo da parte di Yune, non da stranieri come fa la protagonista, ma da abitué…

Pro:
+ L’idea di una commedia che esplori le differenze culturali è veramente carina
+ Cast molto simpatico e divertente

Contro:
- Ci si aspettava qualche sviluppo importante per consolidare la storia ed invece nulla
- Il finale è forse anche troppo aperto

Se ti è piaciuto allora potrebbe interessarti: Spice and Wolf, Haibane Renmei, Gosick, Heidi

Fansub consigliato: Di quest’anime sono presenti due versioni degne di nota, ovvero quella degli Unlimited Fantasy Work e della coppia UC + Cervello corporation. Personalmente ho seguito il tutto dai primi, trovandomi anche parecchio bene, ma non ci dovrebbero essere problemi anche per la seconda serie. In ogni caso i dialoghi non sono difficilissimi, quindi credo che al limite gli svarioni possibili siano pochi.

4 commenti:

  1. Pienamente d'accordo con quanto hai scritto, anche sulla votazione. Ikoku è davvero godibilissimo e va al di là dei soliti clichés. Da apprezzare i numerosi spunti di riflessioni che si offrono dei contrasti.. peccato appunto la lentezza...

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  2. Uhm la trama sembra interessante....se ho il tempo ci faccio un pensierino ^^

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    1. Ikoku è a mio parere davvero uno degli esempi più eclatanti di come difficilmente vedremo ancora una stagione come quella 2011, nel quale anche i prodotti "minori" come questo (se così si possono chiamare) sono stati spesso parecchio più che semplicemente soddisfacenti.
      Per il resto sono quasi certo che a te, che hai apprezzato Spice and Wolf, apprezzerai il tutto (sebbene i toni siano meno seriosi)

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  3. Vedo solo adesso questo post (dannato feed di Blogspot), in ogni caso ce l'ho in lista, appena ho un attimo sarà mio ^^

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